Siamo arrivati nella località del Campionato il 1° agosto. Il 2, 3 e 4 agosto siamo usciti a provare il campo e a prendere confidenza con il posto.
Le principali difficoltà subito rilevate sono state
· tecnica di conduzione con l’onda corta del posto e
· rilevamento e adeguamento della conduzione con corrente
Quanto alla prima ho osservato eccessiva approssimazione nell’attenzione alla regolazione della vela e ai movimenti del corpo: nel beccheggio della barca, in fase discendente, spesso le rande si sgonfiavano lungo l’inferitura, facendo perdere potenza alla barca, aumentando l’effetto negativo d’impatto nell’incavo dell’onda successiva. Il risultato erano barche lente e che scadevano facilmente. Con le foto e la spiegazione verbale hanno modificato il modo di controllare la vela A.V. e (successivamente) C.S.. Altro difetto la posizione in barca (influenza sul baricentro della barca) e movimenti (leciti) necessari alla conduzione. La mancanza di capacità di rapido adeguamento a condizioni diverse dalle solite è davvero preoccupante.
A ciò non si può non aggiungere il fatto che per buona parte della squadra non esiste la volontà di reggere alla fatica alle cinghie per cercare di ottenere il massimo della prestazione per ciascuno attualmente raggiungibile. Con le sole eccezioni di C.S. e A.V., nelle prove con più vento (quarto giorno), la risposta più comunemente sentita all’arrivo è stata l’impossibilità propria di reggere allo sforzo (boline di 15 minuti!), citazione espressa con aria serena e senza alcuna alterazione nel respiro. Viceversa, tanto S. quanto V. si sono limitati a dire con viso rubicondo e fiato corto di avercela messa tutta ma di non essere ancora sufficientemente pronti a tenere.
Per il secondo punto ho provveduto a mostrare in acqua direttamente il modo di verificare la presenza della corrente, la sua direzione ed intensità. Ho sottolineato con forza la necessità di sapere esattamente quanta forza avesse la corrente e la sua direzione: senza questi dati diventa impossibile impostare la tecnica di conduzione e la tattica di regata. Una serie di animazioni fatte in powerpoint sono state utilizzate per dare maggiore chiarezza al discorso relativo alla corrente. Purtroppo si è rivelato poco utile: i timonieri hanno mantenuto la loro superficialità nelle osservazioni e relative azioni connesse.
All’inizio delle regate si è aperto un ulteriore problema estremamente serio: la capacità di partire, veloci e a tempo sulla linea. Con regate di flotta (87 barche i ragazzi e 81 le ragazze) non ci si può permettere di trovarsi senza vento libero, in posizioni non favorevoli e senza velocità al segnale. La dimostrazione di quanto una buona partenza potesse aiutare a condurre bene la regata è venuta da C.S. nella 4^ prova dove, con vento sui 3-4 m/s, è riuscita a stare sempre con il gruppo delle prime e a chiudere 13^ all’arrivo dopo aver fatto una buona partenza.
Avviate le regate, a questi problemi si sono aggiunti due fattori che hanno determinato, nella generalità, uno dei peggiori risultati della squadra italiana ad una manifestazione internazionale in classe EUROPA:
· regate in flotte di oltre 80 barche;
· oscillazioni a volte anche repentine del vento.
Se per il primo non posso avanzare troppe critiche ai ragazzi in quanto le nazionali in Italia raramente superano ormai le venti unità, il secondo rappresenta il succo stesso della regata. I salti di vento sono l’elemento scriminante tra un buon velista (capace di ottenere buone prestazioni in termini di velocità e capacità di stringere il vento) e uno che sa fare regata (che sa, insomma, dove andare e quando).
Manca una sistematica e organizzata attenzione al complesso delle situazioni attinenti al Campionato.
Occorre aumentare il grado di difficoltà per raggiungere il diritto alla qualificazione e quindi alla partecipazione.
Un suggerimento potrebbe essere inserire un sistema a punti che stimoli la partecipazione a più regate e, soprattutto, a più regate di alto livello con partecipazione numerosa, e che non si limiti all’anno in corso ma tenga conto anche dei due anni precedenti, con punteggio pieno alle regate della stagione in corso, 50% a quelle della stagione precedente, 25% a quelle della stagione prima. Chi sarà appena entrato nella classe dovrà accumulare punti partecipando a quante più regate possibile.
Il livello delle regate utili deve essere non inferiore a quello di Regata di Campionato Zonale. Sono ammessi ai punti tutte le regate nazionali, internazionali (almeno 5 nazioni rappresentate) o nazionali all’estero. I punti si devono basare sul numero delle barche battute nelle singole regate (non nelle singole prove) e senza scarti (di fatto lo scarto è già contenuto nella classifica della regata).
Allenamenti
Deve essere incrementata la serietà degli allenamenti, nel senso di sviluppare un maggior senso di cura del materiale, preparazione anche teorica alla regata, resistenza fisica e mentale e, finalmente, attenzione e comprensione sulle varie tecniche di conduzione nelle diverse condizioni meteo. Per ogni Società l’attività di allenamento deve essere elemento di valutazione determinante per la decisione se inviare un proprio timoniere ad un Campionato Internazionale.